Alberto Cora è un fisico e divulgatore scientifico. Attualmente è Responsabile della didattica e della divulgazione presso l’Osservatorio Astrofisico di Torino – INAF. Precedentemente è stato Sistem Manager
nel gruppo di “fisica solare”del progetto “SOLAR”.
Da sempre appassionato di
astronomia, è stato tra i soci fondatori del Gruppo Astrofili William Herschel di Torino ed è socio della Società Astronomica Italiana e dell’International Astronomical Union.
Quella che mi
accingo a scrivere non è un’intervista come le altre pubblicate su TheCOSMOBSERVER. Non è fatta di domande
e risposte, ma è focalizzata su un aspetto che sta particolarmente a cuore
all’intervistato. Ho incontrato Alberto
Cora una mattina di fine marzo presso l’Osservatorio Astrofisico di Torino, a Pino Torinese (To). Prendendo
un caffè per “rompere il ghiaccio” prima dell’intervista, è subito emersa la
particolare sensibilità di Cora per il tema dell’inquinamento luminoso. Un tema al quale tutti gli astronomi e astrofili guardano con sempre maggiore preoccupazione. Per questo
motivo ho messo da parte le domande che avevo preparato e ho deciso di
ascoltare con attenzione il tema proposto dal mio interlocutore. Chiaccherata che
si è svolta in un luogo che ho sempre desiderato visitare: la biblioteca
dell’Osservatorio.
In questo scenario
carico di storia, pieno di tesori storici e culturali inizia la nostra
intervista.
Quello dell’inquinamento luminoso è un problema
sotto molti punti vista. Non riguarda solo gli “amanti del cielo”, ma la
società tutta. Come tutte le forme di inquinamento deve essere presa in
considerazione, e soprattutto deve essere oggetto di un’azione riparatrice.
“La gente sta perdendo il contatto con il cielo”.
Sembra una frase ad effetto, ma in realtà racchiude una verità molto
sfaccettata e che non porta nessun vantaggio. Le nostre città sono così
illuminate da non permetterci di vedere
bene. Non ci riferiamo solo al cielo, ma in termini assoluti. Una buona
illuminazione cittadina dovrebbe prevedere luci gialle o verdi. Questo perché
il nostro occhio reagisce meglio a quelle tonalità. Invece si sta puntando al
bianco. In più c’è un problema di intensità della luce. Quella che si sta
utilizzando nelle nostre città, con il passaggio ai led, è eccessiva, al punto
da limitare perfino i vantaggi in termini di risparmio che i led ci offrono.
Quando vediamo le foto scattate dallo spazio, dove interi parti di globo sono
“fluorescenti”, stiamo guardando qualcosa di innaturale. Come in tutte le cose,
ci sarebbe bisogno di equilibrio, di un utilizzo corretto delle risorse e degli
strumenti.
Secondo un
recente articolo apparso su un mensile di astronomia,
la bolletta della luce dei comuni italiani si aggirerebbe intorno al miliardo e
mezzo di euro. Una cifra importante, che potrebbe essere ridotta di un terzo
installando con parametri corretti le luminarie.
E poi ci sono i costi
indiretti. INAF (Istituto Nazionale di AstroFisica) ad
esempio, è sempre più spesso costretta a svolgere attività scientifiche
all’estero, con conseguente aumento dei costi, questo perché l’inquinamento
luminoso sta diventando eccessivo in Italia.
Conoscere il
cielo, avere un contatto visivo con esso è da sempre importante per l’uomo. Un case history curioso riguarda il
terremoto che colpì Los Angeles il
17 gennaio del 1994. A causa del sisma, intere aree della città vennero isolate
e rimasero al buio. I centralini della polizia, dei vigili del fuoco e del locale osservatorio vennero presi d’assalto
perché molti videro nel cielo una strana (in alcuni casi spaventosa)
luminescenza. Era la Via Lattea.
C’è un’altra
frase di Cora che mi ha colpito e che ci ha strappato un sorriso mentre la
pronunciava. “Vedere il cielo aiuta a
combattere la superstizione”. Questa è una cosa che emerge spesso durante
le visite serali all’osservatorio. Gli amanti degli oroscopi e dell’astrologia
infatti, non potendo vedere il cielo, hanno difficoltà a vedere che i parametri
sui quali basano la loro pseudoscienza sono errati. Infatti è risaputo che le costellazioni “zodiacali” siano 13 e non
12. In più, a causa della precessione,
le costellazioni sono tutte sfalsate di circa 30 gradi. Semplificando, quando
si cerca il proprio “segno zodiacale”, bisognerebbe prendere in considerazione
quello precedente a quello indicato dagli almanacchi. Ora, ognuno è libero di
credere a quello che desidera, ma che almeno lo faccia bene!
Ma al di là
di questo, che - per fortuna e logica - non rappresenta un vero problema,
conoscere il cielo e studiarlo è importante sotto molti aspetti, e le sue
ricadute sono tangibili e reali.
Come è possibile quindi agire
positivamente su questo importante problema?
INAF è in prima
fila in questa battaglia. In qualità di ente di ricerca riconosciuto per la sua
autorevolezza, è impegnato da anni nell’attività di divulgazione attraverso
convegni e incontri, diventando così il catalizzatore delle indicazioni che
provengono dai tecnici e dagli appassionati.
La legge che
regola l’illuminazione, e che si sta cercando di modificare, è una legge
regionale.
Nello specifico, l’INAF
attraverso l’Osservatorio Astrofisico di
Torino è impegnato nel lungo lavoro che dovrebbe portare alla modifica
della legge secondo metodo di buone prassi.
Agire dal
punto di vista legislativo è di fatto l’azione più importante e concreta che si
possa fare. Ma bisogna fare in fretta, perché molti comuni stanno modificando
l’illuminazione cittadina con parametri sbagliati, in termini di colore,
intensità e temperatura. Un ritardo nella modifica della legge porterebbe ad
ulteriore esborso economico da parte della collettività, o al non adempimento
del cambiamento dei parametri. Infatti la legge non può essere retroattiva.
Ed è proprio
in questi frangenti di natura istituzionale e politica che emergono i diversi
interessi delle realtà coinvolte. Per gli astronomi è un fatto scientifico e
culturale. Per gli enti pubblici è un fattore eonomico. La capacità dei
protagonisti è quello di far convergere i diversi punti di vista e gli
interessi verso l’obiettivo generale che è quello dell’abbattimento dell’inquinamento luminoso.
Emmanuele
Macaluso
Di seguito
il link del sito “Cieli Piemontesi”, particolarmente attivo nella tematica
trattata da questo articolo http://cielipiemontesi.it/