(L’equipaggio della Soyuz MS-05 poco prima del rientro. A sinistra
Paolo Nespoli –Credit photo ESA/NASA)
Erano le 9 e 38 in Italia, quando
questa mattina la capsula Soyuz è atterrata riportando sulla Terra l’astronauta italiano (ESA) Paolo Nespoli e i suoi due compagni di viaggio. Nespoli ha
condiviso l’angusto spazio della capsula con gli stessi colleghi con i quali
era partito lo scorso 28 luglio, l'americano Randy Bresnik e il russo Sergei
Ryazansky.
Dopo 139 giorni a bordo della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, si è quindi conclusa
ufficialmente la Missione VITA, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), consegnando agli scienziati a
terra preziosi dati scientifici, frutto di decine di esperimenti, molti di
questi italiani.
Nespoli e i suoi compagni sono
entrati nella Soyuz MS-05 poco prima
delle 3 del mattino (ora italiana). La capsula si è sganciata alle ore 6:15 e
ha seguito il normale iter per il
rientro sulla Terra. Prima la corsa di rientro nell’atmosfera a circa 28.000 km/h,
poi la frenata con l’apertura del doppio paracadute che ha portato la capsula a
pochi metri dal suolo terrestre, dove con una “caduta controllata” ha dato l’ultimo
“scossone” ai tre occupanti. Un urto controllato che fa parte delle normali
procedure. Dopo pochi minuti, la squadra di recupero russo ha raggiunto la
capsula per liberare gli astronauti dagli angusti seggiolini costruiti su
misura.
Aperto il portellone, gli
astronauti hanno sentito il freddo della steppa del Kazakhstan, che all’ora dell’atterraggio ha fermato i termometri a
-16 gradi. Dopo il primo contatto con la squadra di recupero all’interno della
capsula per avere le prime sommarie informazioni sullo stato di salute, si è
proceduto allo sganciamento e all’estrazione degli astronauti.
Il primo ad essere estratto dalla
Soyuz MS-05 è stato, come da prassi, il comandante, il cosmonauta russo Sergei
Ryazansky. Il secondo è stato Paolo Nespoli. Infine per ultimo l’astronauta
americano Randy Bresnik.
L’astronauta italiano è apparso
un po’ provato dal viaggio di rientro e dal ritorno della percezione del peso
dopo cinque in condizioni di microgravità
sulla ISS. Stanchezza a parte si è dimostrato
soddisfatto per l’esito della missione e ha tranquillizzato i presenti
sorridendo e mostrando il pollice alzato più volte.
Secondo le procedure, i tre
dovranno sottoporsi adesso ai test clinici che rileveranno gli effetti della
vita nello spazio sul corpo umano.
Per Nespoli e Bresnik si prospetta di seguito la trasferta verso Houston in Texas (USA), per altri test
clinici e per un periodo di riabilitazione.
È stata la missione dei record
per Paolo Nespoli. Grazie alla Missione VITA e alle due precedenti (Missione
STS-120 con lo Space Shuttle “Discovery” del 2007 e con la Expedition 26-27
“MagiISStra” del 2010), Nespoli è ora l’italiano ad aver trascorso
più tempo nello spazio e ha superato le
5.000 orbite attorno al nostro pianeta.
Nel corso degli ultimi 5 mesi
sulla ISS, Paolo ha effettuato – tra gli altri – ben 11 esperimenti italiani
per conto dell’ASI. Uno degli ultimi è stato PERSEO, un giubbotto che utilizza delle sacche d’acqua per
schermare gli astronauti dalle radiazioni cosmiche e del quale abbiamo parlato
nell’articolo dedicato al centro ricerche SMAT (http://thecosmobserver.blogspot.it/2017/09/smat-visita-al-centro-ricerche-di.html).
Altri esperimenti, con importanti
ricadute sulla Terra hanno visto il lavoro diretto di Nespoli. Quattro
esperimenti sulla fisiologia umana (CORM,
NANOROS, SERISM e MYOGRAVITY).
Uno per verificare l’efficienza
dei sistemi attivi di scambio termico a bordo della stazione spaziale denominato
ARTE. Altri esperimenti chiamati IN SITU (dispositivo portatile per
analisi attraverso la saliva) e ORTHOSTATIC
TOLERANCE (un programma di allenamento personalizzato). Infine, l’esperimento
più gradito e offerto agli altri astronauti, denominato ISSpresso, che grazie ad un sistema ad alta temperatura e pressione
ha permesso di preparare caffè.
Il prossimo astronauta ad andare
a bordo della ISS sarà Luca Parmitano, alla sua seconda missione, attualmente
in fase di addestramento.
Emmanuele Macaluso