Ogni anno, ad agosto, il cielo
riserva a coloro che alzano gli occhi per osservarlo uno spettacolo che
affascina gli uomini da secoli. Un fenomeno astronomico diventato comunemente
noto come “lacrime di San Lorenzo”. Stiamo parlando delle “perseidi”. Cosa sono e perché appaiono nello stesso periodo
dell’anno?
Perseidi
Le perseidi sono uno sciame meteorico, formato dai resti del
passaggio della cometa Swift-Tuttle
(come da convenzione dal nome degli scopritori), che la Terra attraversa ogni anno nella sua rivoluzione attorno il sole.
I resti della cometa, attratti
dalla gravità terrestre, nel precipitare e disintegrarsi (nella maggior parte
dei casi) verso il nostro pianeta, attraversano l’atmosfera terrestre e a causa
del forte attrito creano delle scie luminose visibili a occhio nudo.
Il periodo in cui la Terra entra
nell’area in cui sono presenti i resti della cometa va dalla fine di luglio –
intorno al 27 – al 20 agosto circa, con un picco nella notte tra il 12 e il 13,
dove si arrivano ad osservare anche un centinaio di scie ogni ora.
Fu l’italiano Giovanni Virginio Schiaparelli a
mettere in relazione per la prima volta il fenomeno delle perseidi con lo
sciame rilasciato dalla cometa Swift – Tuttle. Questo si evince da uno scambio
epistolare tra Schiaparelli e Padre Secchi durante il passaggio della cometa
(con un nucleo di circa 10 Km) nel 1862.
Perché Perseidi?
Il nome Perseidi viene indicato
dal radiante, ovvero il punto dal quale sembrano provenire le scie, che è
collocato all’interno della costellazione di Perseo.
Nella tradizione italiana, il
fenomeno viene chiamato “lacrime di San
Lorenzo”. Il fenomeno viene tradizionalmente collegato, e proposto al
pubblico dai media, la notte del 10 agosto, intitolata al santo cattolico San Lorenzo
martire. Secondo la credenza popolare, il fenomeno viene indicato anche con il
nome di “stelle cadenti”, ovviamente non astronomicamente corretto. Come detto
precedentemente, la notte del 10 agosto non è la notte osservativa che offre il
maggior numero di scie.
Emmanuele Macaluso
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